Bello e Dannato
Quando pensiamo all’uomo ideale lo immaginiamo romantico, gentile, galante, eppure il più delle volte ad attirare la nostra attenzione sono uomini totalmente diversi e definiti nel gergo comune “belli e dannati”. C’è qualcosa nel loro atteggiamento e nel loro volto che affascina ed è in grado di ammaliare una donna conducendola a scendere a qualsiasi compromesso pur di conquistarlo e tenerselo stretto, alla stregua di Anastasia Steel, la protagonista di cinquanta sfumature di grigio. Per fortuna non siamo tutte uguali!
Tuttavia, sfido chiunque non abbia letto o visto il film anche solo per curiosità, o che non abbia qualche amica che lo ha fatto. Prescindendo dal successo di questo famoso romanzo e dallo strascico che ha portato con sé, anche la scienza ci dice che le donne sono maggiormente attratte dai bad boy e giudicano il loro volto più affascinante.
L’errore più comune che si commette è pensare che la bellezza coincida con l’onestà e la bontà e questo stereotipo ci spinge a fare valutazioni sbagliate che possono mettere a rischio la nostra sopravvivenza.La variabile attrattiva, quindi, gioca un ruolo importante nella valutazione dell’altro. Il nostro cervello ci dice che ciò che è brutto è cattivo e ciò che è bello è buono, spingendoci a fidarci delle persone che si presentano in modo affascinate e attraente. Tuttavia, in alcuni casi, questo giudizio di affidabilità può rivelarsi errato e pericoloso. Basti pensare al caso delle ragazze che si sono fidate dell’aspetto da “bravo ragazzo” del serial killer Ted Bundy. Un uomo affascinante e dal volto gentile e totalmente diverso dal criminale atavico e scimmiesco così minuziosamente descritto dal Lombroso, eppure conosciuto come il killer delle studentesse e condannato a morte nel 1989 per essere stato riconosciuto colpevole di 36 omicidi. Nel corso del primo processo, proprio per il suo aspetto distinto e per il fatto che appariva come un ragazzo così pulito e a modo, la maggior parte delle persone pensò che si trattasse di un errore. Sul piano giudiziario, infatti, le persone gradevoli tendono ad essere giudicate meno colpevoli rispetto a persone non attraenti e il loro comportamento, anche se sbagliato, viene giustificato da “ cause esterne” (le “circostanze”), anziché associato direttamente alla volontà colpevole dell’individuo (Efran M.,1974). Seppure possa apparire avventata un’affermazione del genere, ci sono studi che hanno dimostrato che un bel volto può condizionare involontariamente il nostro giudizio e portarci a prendere decisioni pericolose. A voi il giudizio:
Se aveste incontrato quest’uomo per strada, non conoscendo nulla della sua storia, avreste mai pensato si trattasse di un pericoloso serial killer?
È stato il suo volto affascinante ad ingannare tante giovani donne, che sono state successivamente stuprate e uccise?
Una ricerca del 2011 di Valla, Ceci, Williams, sull’accuratezza delle persone di valutare la criminalità o la non criminalità degli individui a partire dal volto ci permette di rispondere a tale quesito. Dai risultati dello studio pilota è emerso che le donne, rispetto agli uomini, valutavano gli stupratori come significativamente meno probabili esecutori di uno stupro rispetto ad altri criminali, dallo studio principale è emersa un ulteriore difficoltà a identificarli come criminali in generale. Dall’esperimento principale di questa ricerca, inoltre, risultava che gli stupratori erano giudicati, in media, più attraenti di tutte le altre categorie di foto. È dunque possibile che l’aspetto non minaccioso e attraente degli stupratori sia precisamente il modo con cui essi sono capaci di avvicinarsi alle vittime ignare, perché queste ultime li trovano non pericolosi, proprio per il loro volto affascinante.
Non lasciamoci ingannare dal volto quando giudichiamo una persona… perché a volte l’apparenza inganna…