Danzaterapia: riscoprire se stessi attraverso la danza e l’incontro con l’altro

Non esiste un corpo malato o un corpo sano esiste un corpo ricco di infinite potenzialità. È in questo modo che il corpo ritrova la sua vera essenza attraverso la danza, scoprendo nel cambiamento una possibilità nell’impossibilità, un “si posso” là dove prima c’era un “non posso”.

Che cos’è la danzaterapia?

Ogni volta che mi pongono questa domanda non è sempre semplice trovare una risposta esaustiva e in grado di spiegare una disciplina che parla del corpo e attraverso esso. La danza terapia può essere definita come una modalità di comunicazione dei propri vissuti emotivi attraverso il linguaggio corporeo all’interno di un setting di gruppo. Esistono diverse metodologie di danzaterapia, quella a cui farò riferimento è la metodologia Fux che predilige la dimensione dell’incontro con l’altro e con il gruppo. Il corpo, lo spazio, la musica, gli stimoli (intesi sia come immagini che il conduttore rimanda al gruppo attraverso l’uso della parola sia come oggetti che propone nell’incontro di danza terapia, quali teli colorati elastici, palloncini) sono i parametri che caratterizzano la Danzaterapia Fux. In questa metodologia non esiste alcuna forma di interpretazione dei vissuti interni che potrebbero essere intuibili dalla danza di ciascuno, c’è solo un dialogo corporeo tra danza terapeuta e gruppo. Costui offre, attraverso la danza, un’opportunità di cambiamento e diventa “ponte” per l’altro, ossia un mediatore di questo processo. Le modalità con cui la persona si muove nello spazio-danza vengono osservate dal conduttore e utilizzate per offrire alla persona un’occasione di sperimentazione delle proprie potenzialità. La danzaterapia  offre l’opportunità di focalizzarsi sul corpo e su se stessi in una dimensione autentica.

Quante volte capita di trascurare il proprio corpo costringendolo a ritmi frenetici, trattandolo come un oggetto che ci infastidisce quando ormai stremato cede, diventando così un ostacolo ai nostri progetti. Il corpo, invece, nella danzaterapia diviene soggetto attivo, vero e autentico protagonista attraverso il quale possiamo raccontare attraverso la nostra danza la nostra vita.

Nell’ultimo decennio giornalisti, media, moda, internet dedicano particolare attenzione al corpo. Un’attenzione tutt’altro che costruttiva, piuttosto oserei dire, distruttiva perché non fa altro che alienarci dalla vera essenza del corpo, riducendolo ad essere un corpo-immagine, un corpo che vende e si vende, un corpo-oggetto, un corpo-robot che segue i dettami della moda, un corpo che si ammala e muore perché non si riesce a perseguire l’illusione malsana di un corpo perfetto. Così attenti alla sua sola apparenza, ci dimentichiamo della sua essenza e della sua vitale importanza, ci dimentichiamo che è la nostra casa.

Scrive Maria Fux:

“…La mia casa è il mio corpo. Devo cercare di riconoscerlo affinché i miei limiti vengano superati senza paura. Non posso costruire grattacieli senza sapere come è la mia casa-corpo…”

Il corpo, più di ogni altra cosa racconta di noi, dei nostri limiti e delle nostre possibilità, delle nostre storie di vita, in breve racconta la verità. È possibile mentire con le parole, più difficile, per non dire impossibile, diventa ingannare gli altri con il corpo. Tuttavia, quotidianamente, cerchiamo di celare, nascondere le verità che esso vuole raccontarci, semplicemente perchè sono troppo dolorose e dure da affrontare. Nasce così la tendenza a rifiutare il corpo, ad alienarlo fino al punto di dimenticare che esso ci accompagna lungo tutto l’arco della nostra vita: è attraverso esso che conosciamo tutto ciò che ci circonda ed è grazie ad esso che impariamo a stare al mondo. Il corpo alienato diventa così il protagonista principale all’interno di una società che privilegia il razionalismo e l’individualismo e che conduce alla patologia.

Cambiare, tiene a sottolineare Maria Fux, non è sinonimo di curare, piuttosto è un’alternativa che viene offerta in termini di opportunità di ascoltarsi e muoversi in modi diversi attraverso la danza e conseguentemente nel mondo. Risuonano a tal proposito nella mia mente, le parole di una delle partecipanti al gruppo di danzaterapia da me condotto in Comunità, la quale dopo aver danzato seguendo gli stimoli delle parole madri "impronte e  radici", mi ribadì quanto quei movimenti le avessero permesso di comprendere l’importanza con cui ci muoviamo nel mondo, lasciando su di esso e sugli altri che ci circondano dei segni. Questa frase è rappresentativa dell’immediatezza del gesto, intendendo con ciò che il corpo più della parola è capace di parlare all’anima e alla mente, semplicemente perché è grazie ad esso che costruiamo la nostra esperienza. Non a caso la Fux ci dice di danzare la vita, intesa come esperienza che si costruisce attraverso il contatto con gli altri. Nel danzare non esprimiamo solo la bellezza ma ogni sfaccettatura del nostro essere, i timori, la rabbia, i dispiaceri che ci immobilizzano e che tentiamo di nascondere benché il nostro corpo, attraverso posture e movimenti stereotipati, li mostri agli altri celatamente. Essendo la danza sinonimo di vita, non può che essere più efficace della parola nell’offrire a tali stati d’animo, caratteristici delle nostre esperienze quotidiane, una modalità consona di espressione.

Imparare ad esprimersi attraverso il corpo in azione ci offre l’opportunità di rapportarci a noi stessi con minori ansie e paure di non accettazione, in quanto diventiamo pian piano consapevoli dei nostri limiti. Il corpo in movimento diviene, dunque, il canale della comunicazione non verbale, che troppo spesso viene filtrato e rallentato dalla razionalità, dai modelli imposti, dalla paura di non piacere. Riappropriarci di questo canale comunicativo significa facilitare l’uso dell’espressività, dei gesti, del movimento del corpo e ci apre all’incontro con l’altro. La danza, esprimendosi attraverso un canale non verbale diviene, in tal modo, lo strumento principale  per riprendere contatto con quel corpo che non si riconosce più nella patologia e che non riesce più ad esprimersi nella quotidianità frettolosa delle nostre vite. La danza come danza terapia Fux ci riporta a considerare il corpo come primordiale strumento di contatto con la natura. Non più corpo alienato ma corpo che parla di noi attraverso la danza. 

La danza diviene, dunque, attraverso la metodologia Fux, un mezzo di ricerca della propria autenticità, del proprio ritmo di vita, offrendo la possibilità all’individuo di riconoscere e riscoprire se stesso attraverso una dimensione nuova, corporea che gli consente di sperimentare un cambiamento immediato e più duraturo, dando valore al proprio corpo e di conseguenza a se stesso.

Il mondo della danza è il mondo della vita. […]Nel piccolo posto in cui abitiamo, che è un luogo che chiamiamo “corpo”, dobbiamo tentare di donare la cosa migliore che possediamo alle persone che ci circondano. Questo è ciò che possiamo fare con il nostro corpo e con la nostra danza in questo mondo. Io sono compromessa con la vita, e, cerco nei limiti delle mie possibilità, che sono un granellino di sabbia, di fare il meglio che posso.” (Maria Fux)

Bibliografia

ASPESI N., Corpo ossessione della modernità, Diario di Repubblica, La Repubblica, 14 novembre 2006, pp. 45

MARIA FUX ,(1999)  Frammenti di vita nella danzaterapia, ed. Del Cerro

LEILA GHIABBI, Maria Fux e la sua danza creativa, conversazione con Maria Fux, PsicoArt n. 5 2015

 

 

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