Depressione

Il termine “depressione” viene utilizzato nel linguaggio comune quando si vogliono indicare tristezza, frustrazione, sfiducia e/o apatia. Nella pratica clinica, il termine “depressione” o “depressione Maggiore” si utilizza per indicare uno stato psicofisico di profonda sofferenza, che si protrae per un certo tempo (due settimane o più) e che interferisce con il normale funzionamento quotidiano.

Le persone depresse vedono se stesse, l’ambiente circostante e il proprio futuro in modo negativo, e questo ne compromette notevolmente la vita e le relazioni. Molto spesso chi soffre di depressione non viene compreso dalle persone che gli stanno intorno, anche dai più stretti familiari, che spesso utilizzano espressioni come “basta un po’ di buona volontà per risolvere tutto” o “tirati su e reagisci”.

Nonostante ci si possa sentire molto soli e incompresi quando si manifestano i sintomi della depressione, si deve tener presente che il disturbo depressivo è molto diffuso e che circa un terzo della popolazione potrebbe aver sofferto di un episodio di depressione nella propria vita, solo che in alcune persone questi sintomi si presentano in momenti specifici, in altre assumono un andamento cronico. Il disturbo depressivo può presentarsi in ogni fase della vita, a ogni età, sia negli uomini che nelle donne, indipendentemente dalle proprie caratteristiche di personalità e di temperamento (per esempio, sia nelle persone timide che negli estroversi).


Sintomi depressivi

La depressione è un disturbo dell’umore. Le persone depresse riferiscono la presenza di un tono dell’umore basso che le caratterizza per più di due settimane. Nella forma lieve i sintomi non si presentano tutto il giorno in quanto, ad esempio, alcune situazioni piacevoli potrebbero determinare un innalzamento del tono dell’umore e una riduzione della tristezza, a differenza di ciò che accade nella depressione grave in cui il tono basso dell’umore persiste tutto il giorno, indipendentemente dalla presenza di eventi piacevoli. Comunque, anche nella forma grave di depressione, si può identificare una fluttuazione dell’umore durante l’arco della giornata, che può essere peggiore al mattino e relativamente più alto nel pomeriggio.

Le persone depresse tendono a valutare se stesse in maniera negativa. Solitamente si innesca un giudizio di inadeguatezza e di indesiderabilità, come se ci fosse qualcosa di sbagliato in loro. L’ambiente esterno e le persone circostanti diventano una fonte di sofferenza e di frustrazione, in grado di alimentare i pensieri di fallimento e insuccesso. Molte persone depresse possono avere problemi nelle relazioni interpersonali, anche rispetto ai membri della propria famiglia, che generano spesso insoddisfazione e infelicità. L’individuo matura la convinzione di non saper interagire adeguatamente, ritenendo che gli altri non saranno disponibili nei suoi confronti e sviluppando il timore che potranno solo peggiorare la sua situazione. Spesso si arriva a provare timidezza e ansia, soprattutto nelle situazioni di gruppo che possono esporre a rifiuto e critica. Le persone depresse, quindi, si sentono isolate e sole.

I sintomi depressivi possono essere raggruppati in  quattro principali categorie.

  1. SINTOMI DI TIPO SOMATICO E FISIOLOGICO
  2. SINTOMI DI TIPO COGNITIVO
  3. SINTOMI DI TIPO EMOTIVO
  4. AZIONI E COMPORTAMENTO

Il suicidio nella depressione

In molte delle persone depresse si riscontrano pensieri di morte o di suicidio. In alcuni casi viene riferita la presenza di un vago desiderio di “farla finita”, ma in altri si va a delineare una vera e propria pianificazione (precisa e dettagliata) del suicidio, che può essere o meno seguita dall’attuazione del tentativo.
Certamente la disperazione è un fattore di rischio importante. Il pessimismo e la perdita di speranza che accompagnano il depresso non gli consentono di visualizzare vie di uscita dalla sofferenza sperimentata ogni giorno. La vita diventa difficile e insostenibile, e ciò può portare a concepire il suicidio come unica forma di liberazione. Inoltre, durante il suo percorso di sofferenza il depresso si sente solo e incompreso, quindi oltre a un marcato senso d’impotenza e di bassa efficacia nel poter modificare gli eventi, anche l’impossibilità di trovare aiuto e appoggio da persone significative possono alimentare l’ideazione suicidiaria. In alcuni casi, al contrario, le persone depresse possono credere di essere un peso per i loro cari, tanto che pensieri ricorrenti possono essere quelli del tipo “sono convinto che starebbero meglio senza di me”. Si può anche arrivare ad accusarsi di essere la causa della rovina dei propri familiari, colpevolizzandosi del fatto stesso di essere depressi e di non essersi impegnati abbastanza per non esserlo, arrivando a vedere nel suicidio un modo per porre fine alle proprie colpe.
Se hai pensato o stai pensando al suicidio è importante rivolgerti subito a degli specialisti (psichiatri o psicoterapeuti).


Quali sono le cause della depressione?

E’ importante comprendere che la depressione non ha solo una causa, ma è la combinazione di fattori che interagiscono tra loro e che varia da persona a persona. Questi fattori possono essere raggruppati in due categorie principali: i fattori biologici e i fattori psicologici.

Fattori biologici

  • Fattori genetici

Le evidenze empiriche indicano che la tendenza a sviluppare depressione è una caratteristica ereditaria. La depressione, infatti, spesso si presenta nei membri della stessa famiglia, suggerendo l’implicazione di alcuni geni (come quello per il trasportatore della serotonina) nella vulnerabilità allo sviluppo della depressione. E’, però, importante tenere presente che essere vulnerabili a un disturbo non vuol dire necessariamente svilupparlo.

  • Neurotrasmettitori e Ormoni

La maggior parte della comunicazione fra le cellule del sistema nervoso è eseguita da sostanze chimiche chiamate neurotrasmettitori. La depressione sarebbe dovuta all’insufficiente attività di alcuni sistemi di neurotrasmettitori (per esempio, quelli monoaminergici) e alla conseguente diversa funzionalità di specifiche aree cerebrali che regolano il sonno, l’appetito, il desiderio sessuale e l’umore. Sono state riscontrate, inoltre, alcune modificazioni ormonali associate alla depressione nella fase precedente e durante l’episodio depressivo. L’azione dei farmaci antidepressivi, di conseguenza, è proprio quella di aumentare l’attività di alcuni specifici neurotrasmettitori e di modulare alcune modificazioni ormonali nel cervello.

Fattori psicologici

Il contenuto dei pensieri associati alla depressione è tipicamente caratterizzato da una visione negativa dell’individuo stesso e del mondo. I temi principali sono di fallimento e incapacità. Le persone depresse tendono ad assumersi la responsabilità degli eventi negativi (ma non di quelli positivi) che si verificano nella loro vita.

Molto spesso si nota la presenza di regole inflessibili su come dovrebbero andare le cose, come se le esperienze venissero classificate in categorie del tipo “bianco-nero”. Per quanto riguarda gli altri si tende a credere di sapere cosa stiano pensando e che ci sia una loro valutazione negativa, nonostante non vi siano elementi che giustifichino tale attribuzione.

Un aspetto importante è che gli stili cognitivi dell’individuo possono contribuire allo sviluppo della depressione. Ad esempio, per alcune persone la felicità è data dal raggiungimento di particolari obiettivi come superare un esame, ottenere un determinato lavoro o trovare il partner della vita, ma se per alcune ragioni non riescono a raggiungere questi obiettivi possono sperimentare il fallimento, che può indurre o aumentare la depressione.

In altri casi, è una serie di eventi stressanti a provocare lo sviluppo della depressione.

  • disoccupazione
  • problemi finanziari
  • malattie
  • difficoltà familiari o altre
  • cambiamenti significativi di vita

Infine, un concetto centrale è quello della “perdita”. Spesso le persone depresse sono esposte a eventi legati alla perdita come quella di una persona amata, di un lavoro o di una promozione. Ma la perdita come tema dominante del disturbo depressivo può essere già avvenuta o può esserci anche solo la convinzione che si verificherà; infatti ciò che è centrale è la sensazione di impotenza e sconfitta che si prova. Si parla, quindi, di eventi della vita che sono valutati come irreversibili e inaccettabili, che non lasciano spazio a una prospettiva esistenziale.


Fattori di rischio e di mantenimento per la depressione maggiore

FATTORI DI RISCHIO

La depressione può insorgere a qualsiasi età, ma alcune ricerche hanno evidenziato dei fattori che aumentano la possibilità di sviluppare depressione, alcuni sono:

  • sesso femminile
  • familiari affetti da depressione
  • presenza di esperienze traumatiche infantili
  • esposizione a eventi molto stressanti (come un lutto)
  • povertà e disoccupazione
  • assenza di una buona rete di supporto sociale (amicale e/o parentale)
  • presenza di malattie gravi (come il cancro)
  • abuso di alcool o droghe

La presenza di uno o più di questi fattori non significa che necessariamente si svilupperà una sintomatologia depressiva (così come persone, senza nessuno di questi fattori di rischio, possono diventare depresse), ma certamente può facilitarne l’insorgenza.

FATTORI DI MANTENIMENTO

I fattori di mantenimento sono quei meccanismi che possono stabilizzare e cronicizzare quello che, a volte, poteva essere un episodio depressivo isolato.

  • SCHEMI DEPRESSOGENI
  • LA RUMINAZIONE:
  • VALUTAZIONE DEI PROPRI SINTOMI DEPRESSIVI
  • ISOLAMENTO

Trattamenti per la depressione

Soprattutto in casi di depressione grave, per tutti i fattori fisiologici esposti nella sezione precedente, il trattamento farmacologico risulta necessario, efficace e non provoca dipendenza (va comunque effettuato in conformità con le indicazioni del medico!). Ci sono, però, due informazioni importanti da sottolineare: non tutte le persone rispondono agli antidepressivi (casi di farmaco-resistenza in cui il farmaco non ha alcun effetto); i farmaci possono sensibilizzare alla depressione stessa.

Sono state sviluppate delle modalità terapeutiche che possono essere integrate con l’approccio farmacologico e anche, in molti casi, sostituirlo in toto, dal momento che la depressione è caratterizzata da convinzioni, pensieri e comportamenti che la mantengono e alimentano. Ricordati che rivolgendoti ad uno psicoterapeuta potrai conoscere e intraprendere la tipologia di trattamento più indicata per te.

Alcuni trattamenti psicologici sono empiricamente fondati per la loro efficacia. In particolar modo, una terapia psicologica è risultata molto efficace per il trattamento della depressione: la Terapia Cognitivo Comportamentale.
La Terapia Cognitivo Comportamentale mette in relazione pensieri, emozioni, comportamenti allo scopo di individuare le credenze disfunzionali e i meccanismi di mantenimento che sostengono e alimentano la sofferenza psicologica.
In primo luogo, questo tipo di terapia pone attenzione ai comportamenti che le persone mettono in atto in circostanze di disagio e sofferenza. Nello specifico, gli individui depressi si sentono apatici, poco motivati, spesso restano in casa e non vogliono uscire e interagire con gli altri. Un obiettivo centrale sarà, quindi, identificare e modificare aspetti del comportamento che possono perpetuare e peggiorare la depressione, perché allo specifico cambiamento di alcuni comportamenti problematici (ad esempio l’isolamento) del depresso consegue un effetto benefico sull’umore. Alcune strategie comportamentali sono:

  • la definizione di obiettivi
  • la programmazione delle attività piacevoli
  • il training di abilità sociali
  • il problem solving

Successivamente si aiuteranno gli individui a capire come i pensieri possono influenzare il loro umore, andando quindi a identificare e modificare i loro pensieri e credenze. Quando le persone sono depresse, infatti, hanno pensieri negativi su se stesse, sulla vita, sugli altri, sul proprio futuro, e ciò ne peggiora l’umore. E’ necessario, quindi, scoprire questi pensieri disfunzionali per svilupparne dei nuovi e rendere meno rigide le proprie convinzioni, individuando possibili interpretazioni alternative, a partire da un singolo evento.
La Terapia Cognitivo Comportamentale inoltre ha il vantaggio di essere strutturata, di breve durata e focalizzata sul “qui e ora”.
La Terapia Cognitivo Comportamentale ha un duplice scopo:

  • ridurre i tempi della guarigione;
  • ridurre la possibilità di eventuali ricadute in futuro.

Il terapeuta cognitivo comportamentale aiuterà il paziente ad identificare e cambiare i modi di pensare (fattori “cognitivi”) e i comportamenti (fattori “comportamentali”) distorti che lo mantengono in stato depressivo, a ristabilire i precedenti livelli di attività, a riprendere le proprie relazioni sociali, e soprattutto a prevenire eventuali ricadute riconoscendo i sintomi della depressione appena si manifestano.

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Psicologa Ersilia Maria Tuosto © 2016 EmozionalMenteCorpo. All Rights Reserved.

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